giovedì 24 novembre 2011

Lauto mobile


Quando senti una persona per strada che si lamenta che c'è troppo traffico, cosa puoi fare se non darle ragione e subito dopo, se sei proprio in buona disposizione d'animo, metterla sotto con la macchina?
E poi, mentre ti allontani da quel guscio ormai freddo e vuoto, riflettere sulla caducità della vita e su come l'automobile rovini il nostro meraviglioso mondo?

Ci sono diverse ragioni per contrastare l'uso dell'automobile nelle città, cumuli cementificati tristemente scevri di pascoli. La prima è che l'auto è un pericolo per i pedoni, in particolare per i bambini e i fanciullini che saltano fuori da ogni dove rincorrendo palloni e finendo arrotati dai nostri semiassi.
E se soprassediamo sul dramma dell'evento, non possiamo che notare quanto sia ironico che proprio le città che sono scevre di pascoli, siano poi così traboccanti di fanciullini.

Una seconda buona ragione è il prezzo della benzina, il cui costo sappiamo non essere quello secco che avrebbe alla fonte, poichè risente dei rincari per la lavorazione del greggio e poi di tutta una serie di tasse, accise, acciloro e accipuffa.
Per questo motivo, la benzina andrebbe colta alla fonte e ho indi proposto al Comune di Torino la predisposizione di apposite fontane che zampillino petrolio nell'area cittadina, collegate direttamente al giacimento di Azadegan in Iran, che è uno dei più grandi al mondo.

Purtroppo sappiamo tutti quanto sia complicata e bizantina la burocrazia italiana, quindi per un qui pro quo è capitato che tra una richiesta e l'altra, una triplice copia e un'altra triplice copia, un prendi qui, riporta là, si sia manifestato un grave errore di trascrizione per cui il Comune ha accettato sì la mia proposta, ma le fontane sono state collegate direttamente con Raz Degan.

Essendo lui israeliano e scorrendo cattivo sangue tra Israele e l'Iran, il fatto ha provocato un incidente internazionale a ulteriore dimostrazione di un altro buon motivo per essere contro le automobili: ci sono troppi incidenti.

Scosso dall'accaduto, ho provato personalmente a raggiungere la mamma di Raz presso il kibbutz Sde Nehemia per scusarmi di quanto accaduto a suo figlio. Purtroppo, presentatomi a casa Degan e spiegato il motivo della visita, non hanno voluto aprirmi la porta, nè parlarmi dalla fessura sotto.
Mi limito, quindi, a riportare le uniche due parole che la signora mi ha rivolto da dietro la porta, prima di chiudersi in un addolorato mutismo: "Sì? Kibbutz?".

1 commento:

  1. ahahah
    rido per l'etichetta/tag cultura


    sto scherzando , sei molto bravo

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