giovedì 9 settembre 2010

La Coop sei tu


Sabato ho fatto la spesa all'Ipercoop e si sa che quando fai la spesa all'Ipercoop ti danno in media un sacchetto per ogni prodotto che hai comprato.
Così ti ritrovi con cinquanta sacchetti minuscoli ciascuno contenente una banana, un pacco di pasta, una bottiglia di succo di frutta, una BIC, una fetta di prosciutto...

Tutto fila perfettamente finché sei nei pressi del supermercato - loro ci tengono a coccolarti - perché man mano che la cassiera ti passa i tuoi sacchetti monoprodotto tu li trasli nel carrello e morta lì.
Vai alla macchina, svuoti il carrello un sacchetto alla volta e te ne vai a casa. Ed è a questo punto che si consuma il dramma, perché a meno che uno non abbia voglia di trascorrere la giornata a fare avanti e indietro dall'auto all'appartamento, prova a caricarseli tutti assieme. 
Che il sacchetto monoprodotto è infido: è piccolo, c'è dentro una banana, quanto può pesare? E tac, infilato sul mignolo. Poi tac, un altro sull'anulare. Tac, tac, tac, ha finito la prima mano. L'altra ti serve per tirare fuori i restanti sacchetti dal bagagliaio, quindi ricominci il giro sulla stessa mano.
Tac, tac, tac, tac e ritac, ti ritrovi che hai cinque sacchetti per dito e cominci a stare rattrappito che sembri Nosferatu.

Gli altri venticinque sacchetti ancora nel bagagliaio, a questo punto, li raccogli infilandoli con i singoli diti come dei fili nelle perline.
Se fossi una scimmia, con un'altra mano chiuderesti il bagagliaio e poi la macchina col telecomando, ma solo pochi fortunati che fanno la spesa all'Ipercoop sono scimmie e tutti noi altri ci dobbiamo arrangiare a chiudere il portello a testate e a lasciare la macchina aperta, tanto dentro non c'è niente e la chiudiamo poi dal balcone.

Davanti al portone del palazzo si presenta un problema simile. Non che non ci abbiamo pensato, ma, dovendo scegliere, noi ci prepariamo in anticipo mettendo in bocca la chiave della porta di casa, non quella del portone di sotto, tant'è che se girate la città di sabato pomeriggio trovate centinaia di single immobili davanti ai portoni, con una chiave che gli sbuca tra le labbra serrate e le guance gonfie di portachiavi, carichi di sacchetti della Coop, nell'attesa spasmodica che qualcuno entri o esca dall'edificio.

Nel mio caso specifico, dopo appena una ventina di minuti d'appostamento è entrato il mio vicino del piano di sopra, un giovane chirurgo di successo che non so cosa ci facesse in città nel weekend, dato che ha la casa in montagna, al mare, al lago e in collina. 
In effetti è una casa veramente molto grande.

Comunque mi apre la porta e si offre di aiutarmi, ma farsi portare la spesa da un giovane chirurgo di successo che ha una casa gigantesca è una cosa che non fa nemmeno mia madre all'età di quasi sessantacinque anni, figuriamoci io! Quindi abbozzo un "mngrze mnn h mbsgnn d'iut" ingoiando la chiavetta della posta e affronto la rampa di scalini dell'ingresso.

Cadere rovinosamente dalle scale sommersi di sacchetti dell'Ipercoop sotto gli occhi di  un giovane chirurgo di successo che ha una casa gigantesca è una cosa che non fa nemmeno mia nonna all'età di novantun'anni, in questa speciale categoria ce la giochiamo solo io e Love.

Vedendomi rantolare a terra, immediatamente il giovane chirurgo accorre al mio soccorso, subito si rende conto che ho un brutto trauma cranico ed entrambe le braccia spezzate, afferra il sacchetto con la BIC, le toglie l'inchiostro e me la pianta nel petto sfondando la cassa toracica, "questo per il tuo polmone collassato" mi grida continuando a frugare nei sacchetti, "non ho male ai polmoni" sussurro io, "cazzo scusa" fa lui, poi prende un coltello per il formaggio e mi innesta due banane al posto degli avambracci ormai inutilizzabili, infine mi ferma l'emorragia cerebrale con una fetta di culatello nell'orecchio e così mi salva la vita.

Se oggi sono qui a raccontare questa storia lo devo solo a questo meraviglioso angelo della chirurgia con una casa gigantesca. Devo la mia vita unicamente a lui e all'offerta sul culatello della Coop. Senza queste due fantastiche figure oggi sarei morto e non potrei mangiarmi le mani per merenda.

Nota a margine: mentre rantolavo dalle scale mi hanno fottuto la macchina. Così imparo a lasciarla aperta.


10 commenti:

  1. cmq una soluzione c'è: portarsi una borsa grande da casa e restituire subito i sacchetti alla cassiera o, come faccio io, infilarmi la roba per i cazzi miei direttamente nella borsa...

    ;) g


    www.giantropomorfo.splinder.com

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  2. la soluzione è semplice:vai a far la spesa con qualcun altro..tipo la tua fidanzata..vuoi che lei non ti aiuti????figurati!!!

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  3. E' vero, figurati! Se non mi aiutasse sarebbe davvero un Mostro!

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  4. Allora, se ho ben capito, il trucco è infilare la spesa nella borsa della cassiera, poi fidanzarti con la cassiera. Così quando lei viene a casa tua... zac! ecco che hai portato la spesa in casa!

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  5. Che bello, mi piace vedere che non sono la sola a viverla così... ormai ho perso quasi tutte le dita a forza di infilarci i sacchetti!

    Forse dovrei mandare almeno una volta Dajo.... così capirebbe.. ma poi mi scarica per la cassiera.. asd

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  6. Ah ah ah, Dajo, hai trovato la soluzione perfetta!
    E' la soluzione perfetta perchè avendole instillato questo dubbio Viola non ti manderà mai a fare la spesa!

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  7. Ma perché quando cado io non mi raccoglie un giovane e aitante chirurgo?
    Love

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  8. Perchè dovrebbe stare appresso a te 24 ore al giorno.

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  9. Devi comunque ammettere che ora, con l'innesto delle banane al posto degli arti, le donne ti trovano molto più chic, oltre a sentirsi finalmente appagate! Uhm... Credo proprio che passerò a trovare il tuo chirurgo uno di questi giorni

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