
C'era una volta una bambina tanto, ma tanto triste.
"Perchè sei così triste, bimba cara?" le chiedeva sempre sua nonna che era zoppa, cieca, quasi sorda e gravemente malata, ma era anche l'unica parente adulta che rimaneva alla bambina.
"Oh nonnina, sono triste perchè..." ma non riusciva mai a finire la frase che la nonna la sgretolava di bastonate.
Non lo faceva apposta, l'adorabile vecchina, purtroppo aveva il Parkinson e non si controllava.
La bambina, poichè la nonna era così ridotta, doveva badare a sè, all'anziana e anche ai ventinove gemelli che erano il lascito della sua adorata mamma purtroppo morta durante il parto appena due anni prima.
Dovendo mantenere la sua famiglia, ogni santo giorno la bambina usciva dal tugurio che chiamava casa alle cinque e trenta del mattino per andare a spalare il carbone e poi, dopo averlo spalato tutto, andava finalmente a lavorare intorno alle sette o alle sette meno un quarto quando era particolarmente in forma.
Dovete sapere, infatti, che il tugurio sorgeva in una cava di carbone ed ogni notte il carbone slavinava e seppelliva la casa e il sentiero per uscire.