venerdì 12 febbraio 2010

Age of Aquarius


La mia amica Urina ha un acquario in casa ormai da un po' di tempo. Non si è capito come le sia balzato in mente tutto d'improvviso di mettersi 'sti pesci in casa, ma tant'è, a volte la gente piglia decisioni per noi inaspettate che ci portano a rivalutarne completamente l'immagine.
Io, in seguito a questa sua scelta di vita, l'ho rivalutata: prima pensavo che fosse un'idiota, dopo ho pensato che fosse un pochino più idiota.
L'ho rivalutata verso l'alto, diciamo.

L'acquario di Urina [Cielo, che brutta immagine un acquario d'urina! Però secondo i sostenitori dell'urinoterapia farebbe benissimo ai pesci: li manterrebbe sani come 'sto pesce] è poco più che una boccia di vetro con dentro tre pesci rossi ma molto ben fornita per far credere ai pesci di trovarsi nel loro ambiente naturale: ci sono delle alghe finte, una mangrovia, un finto palombaro, un finto forziere che fa le bolle, un modellino del titanic affondato, dei sacchetti di plastica, del detersivo, delle carcasse d'auto, un tratto di oleodotto che ad intervalli regolari sversa del petrolio vero, un paio di barilotti di rifiuti nucleari e alcuni cadaveri.
Un ambiente limitato e chiuso eppure vitale come un vero oceano! Meraviglioso!

Una sera i tre rossi si sono visti arrivare in casa degli ospiti evidentemente indesiderati.

Il cugino del marito di Urina, che d'ora in poi per comodità continueremo a non nominare, era in missione dal pescivendolo per comprare del branzino per cena. Non ha resistito ed ha comprato anche un pesce pulitore, due etti di cozze e un paio di gamberetti. Il tutto è stato inserito con estrema attenzione nel delicato equilibrio dell'ecosistema dell'acquario e ad oggi, trascorso finalmente un tempo ragionevole, possiamo affermare con letizia che l'ecosistema è sopravvissuto felicemente, solo che i pesci sono quasi tutti morti.

Il primo ad andarsene è stato il gamberetto A. Il gamberetto A non ha un nome vero perchè ha resistito in boccia talmente poco che non c'è stato nemmeno il tempo di dargliene uno.
Il gamberetto A non era proprio l'anima della festa: si era piazzato in mezzo a due alghe e così come si è messo c'è rimasto. Nel senso che c'è morto, dico.
Sempre lì, tra le alghe. Quando se n'è andato ci siamo rimasti tutti molto male, perchè con un gamberetto solo ci si mangia davvero poco.

Dopodichè, se non m'inganno, è perita una cozza. Le cozze dimostravano, a tutta differenza del gamberetto di cui sopra, una qual certa partecipazione agli eventi del mondo esterno: se bussavi sul vetro restavano comunque immobili, però chiedevano "chi è?".
In realtà un giorno ho effettivamente notato - con grandissimo stupore! - che si aprivano e chiudevano e persino con una certa velocità. Forse non ci sarebbe da stupirsi, ma non sapevo che potessero: nel piatto di spaghetti non lo fanno!
E' incredibile come la vita si adatti agli ambienti più diversi se appena appena ci togli l'olio extravergine d'oliva, i pomodorini, uno spicchio d'aglio, prezzemolo, sale e pepe q.b.
Fatto sta che una cozza è andata presto a far compagnia al gamberetto in un posto migliore, cioè la spazzatura.

Dopodichè è toccata al resto delle cozze. Perite in circostanze tragiche e misteriose, da un giorno all'altro, è stato eretto in loro ricordo un monumento al Mitile Ignoto, poi la vita è andata avanti.

E' andata avanti poco, in realtà, perchè c'è stato ben presto un altro caduto.
E di questa morte, ammetto, duole rivangare il ricordo.
Il secondo gamberetto era sicuramente l'abitante dell'acquario che più colpiva, già al primo sguardo. Non potevi non rimanere estasiato a guardarlo per ore.
Ora, non so se avete idea di come sia fatto effettivamente un gamberetto ancora vivo. E' una specie di schifosa locusta con la bocca a 1/3 della pancia e ovviamente tante zampe e le cheline. Questo dovrebbe dissuadere chiunque dal guardare per ore 'sta bestia grama, ma questo gamberetto, questo specifico crostaceo di cui vi sto parlando, aveva un fascino tutto suo.
Si piazzava in mezzo all'acquario, ritto sulle sue numerose zampette, rivolto in direzione del soffione del ricircolo dell'acqua. Si piazzava proprio davanti, dove arrivavano le bolle, con le cheline spalancate come in adorazione divina. E tac tac tac, mentre pregava il suo Dio Soffione Sparabolle raccoglieva le bollicine con le sue cheline e se le portava alla bocca, come in una specie di ittica comunione.
Giuro che era il gamberetto più religioso che avessi mai visto, anche più religioso di tanta gente che conosco!
Purtroppo le sue preghiere non sono bastate a preservarlo in salute: il Dio Soffione Sparabolle l'ha chiamato a sè e così, senza più il suo ministro, la spritualità nell'acquario è stata ben presto dimenticata.

La morte di un gamberetto così perbene ha però ulteriormente rafforzato un dubbio che già da tempo si era instillato nella mente di noi tutti: i decessi forse non erano accidentali.
Già dalla storia del primo gamberetto era arrivato un segnale forte: quel posto tra le alghe da lui tanto amato non era rimasto vacante che per pochi minuti. Ora vi risiedeva il pesce pulitore.
Pacioso, sornione pesce pulitore. Mai un gesto di fastidio, mai un alzare la voce...sempre così ligio al suo compito senza fine.
Ma nello stesso tempo sempre così scuro.
Scuro come la pece.
...e come la morte!

Ormai nell'acquario non rimanevano che lui e i tre pesci rossi. Stavamo assistendo davvero alla versione acquatica dei dieci piccoli indiani di Agatha Christie?
Possibile che nella sua piccola mente il pulitore avesse deciso che tutti i suoi coinquilini andassero..."ripuliti"?
Quale dei tre rossi sarebbe stato il prossimo?
Forse che fosse il caso di ergersi a giudice, giuria e boia e liberare subito il mondo da quel piccolo mostro? E se invece fosse stata solo la casualità a diffondere la morte nella boccia?
Ah! Si può giocare così con la vita di un essere, prendendo il posto che spetta al Dio Soffione Sparabolle?
Quella fu una notte molto agitata, in casa Urina. Pensieri, domande, orrori che si accavallavano...poi Urina tolse lo specchio dal comodino e almeno gli orrori svanirono.
Ma i dubbi quelli no, quelli restarono.

La mattina Urina si svegliò, non certo riposata, e per prima cosa andò a controllare l'acquario.
Non potè trattenere un urlo raccapricciante.
Il marito immediatamente accorso dopo aver finito di leggere la pagina sportiva la trovò accovacciata per terra e ancora tremante.
Guardò la boccia.
Uno spruzzino del Glassex e la lisca erano tutto ciò che restava del pesce pulitore.

I tre rossi nuotavano felici nella loro boccia.

Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar


6 commenti:

  1. Te non sei tutto normale!
    Cmq bravo :-)

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  2. Come, non sono normale? L'acquario della morte mica è mio: sono i miei amici quelli strani...!

    Comunque grazie per l'apprezzamento ;-)

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  3. tutto vero
    anche se una delle tre cozze mica è ancora morta....mistero

    Urina

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  4. bello mikiwi..bello perchè vero

    Il marito di Urina

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  5. :) Bellissimo Miquiiii!!! :)

    Però hai omesso che il titolo originale del romanzo è "...E poi non rimase nessuno"

    Non me ne vogliano i coniugi Urina!

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  6. Beh, però ho postato la locandina del film!

    Tra l'altro, se proprio andiamo a vedere, il titolo originale è "Ten little niggers", modificato l'anno dopo in "And then there were none..." per non offendere le comunità di colore negli USA.
    Da noi è diventato "Dieci piccoli indiani" nel 1977.

    Va bene, ammetto: l'ho letto su wikipedia mentre preparavo il post, prima non lo sapevo...

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