lunedì 3 maggio 2010

Psicolabilità


- Com’è che è successo?
- Ma, non so bene. Stavamo discutendo, come al solito, e poi improvvisamente…puff!
- Puff.
- Sì, puff. Cosa pensi che sia, una malattia? Io ho pensato che non avesse più voglia di starmi ad ascoltare e quella fosse la sua reazione. Ho letto tante teorie sul corpo che si ammala in risposta a problemi psicologici. È quella cosa…le malattie psico…ehm…beh non mi ricordo come si chiamino, comunque sono manifestazioni fisiche di disagi psichici e mentali.
- Dici che le è esplosa la testa perchè era stufa di ascoltarti? Mah...può anche essere…quando ti ascolto a me spesso cadono le palle.
- Ah ah, spiritoso.
- No, giuro, dico davvero. Ti ricordi quella volta che sono dovuto correre in bagno intanto che tu raccontavi del tuo matrimonio alla tua cena di compleanno? C’eri rimasto malissimo, non puoi essertelo dimenticato. Ci raccontavi della cerimonia ed eri arrivato al punto in cui il prete s’era ubriacato con la vodka e aveva cercato di baciare la sposa al posto tuo e io lì mi sono alzato e sono corso in bagno. Tu lo prendesti come non so che razza di insulto all'arte oratoria...e non mi parlasti per una settimana. Beh, quella volta dovetti correre in bagno perché mi si era staccata una palla.
- La storia del prete è il mio cavallo di battaglia. Il fatto che le tue palle vagolino non credo sia colpa dei miei racconti.
- Beh, cercavo di dimostrarti che la teoria dell’esplosione psicocosa poteva avere fondamento.
- Grazie signor Einstein, terremo conto del suo aiuto.
- Alla polizia cos’hai raccontato?
- E cosa vuoi che abbia raccontato? A mia moglie è esplosa la testa: avevo il suo cervello sul tight e un occhietto che mi guardava da dentro il mio drink. Lugubre compagnia per un’oliva, davvero. Ho pensato fosse meglio tacere e lasciare che traessero le loro conclusioni.
- E loro hanno concluso che la soluzione migliore fosse metterti davanti ad un plotone di esecuzione.
- Certa gente manca di fantasia, non trovi?
E comunque in che modo questo risolve le cose? Mia moglie non ha più una testa, non credo che uccidendomi possano poi impiantarle la mia, ammesso che non la buchino con una pallottola. Insomma, ormai sono ricco da fare schifo, lei è nel Regno dei Cieli che Dio l’abbia in gloria e il mio tight è da buttare. Che differenza farebbe se anche l’avessi uccisa io? Il mondo è bello perché è vario e l’immobilismo è nemico del miglioramento.
- E’ una questione di punti di vista. In che modo pensi che la morte abbia migliorato tua moglie?
- Ora sta zitta, tanto per cominciare. Comunque ammetto che quello che è un passo avanti per uno possa sembrare un passo indietro per un altro. Ma solo perché vivi dentro la storia e non la guardi a posteriori! La peste del 1600, per esempio, fu una tragedia per chi ci si trovò in mezzo, ma a posteriori possiamo affermare che per l’Europa sia stata un’incredibile fortuna: le condizioni di vita dei sopravvissuti migliorarono di molto, i salari crebbero per la scarsità di manodopera, le terre che prima non bastavano a sfamare la popolazione divennero più che sufficienti...capisci? La storia è il nostro giudice.
- Il tuo giudice è uno che ti ha messo davanti ad un plotone di esecuzione.
- Ha una visione limitata. Se mi avesse lasciato godere della mia rinnovata ricchezza tutto il mondo ne avrebbe beneficiato. Così invece ha stroncato il mio potenziale sul nascere. Penso sia un peccato.
- Lo pensi solo perché morirai. Non volevi davvero fare del bene con quei soldi.
- Certo che no! Ma non è questo il punto! Avrei potuto! Nessuno me lo ha chiesto! Ti giudicano in base alle tue azioni, capisci?, senza minimamente interessarsi alle tue ragioni. Che ne è stato del Principe di Machiavelli? Il fine giustifica i mezzi, diceva quel grand’uomo. Ma ormai non c’è più spazio per la visione a lungo termine, tutto si consuma in un batter di ciglia, nell’arco di pochi secondi. Nessuno è più capace di guardare oltre il suo naso. Non c’è più futuro, il presente si trascina e il passato lo rincorre.
- Che visione buia.
- Sto per morire. Non sono allegro.
- Fa niente, è solo che così mi lasci un cattivo ricordo di te.
- Ti racconto la storia del prete al matrimonio?
- No. Magari la prossima volta.
- La prossima volta che ci vedremo sarò freddo e poco incline alla conversazione. In effetti sarò morto.
- Mmm. Beh, allora è una fortuna che la storia la conosca già perchè devo proprio andare. Ciao, neh.
Se ti graziano telefonami.

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