lunedì 12 ottobre 2009

Scene da un matrimonio


Ieri sono stato ad un matrimonio. Un matrimonio da favola, lei infatti è soprannominata Biancaneve da quando la conosco, cioè dai tempi del carcere per spaccio di coca. Lui invece non lo conoscevo, ma so che si chiama Gongolo, che però non è il soprannome, è proprio il nome vero: Angelo Gongolo. Tutti i suoi amici lo chiamano "Angolo" Gongolo e poi ridono come dei cretini.
Entrambi.
Sapete, lui non è tanto simpatico...

Ad ogni modo erano tutti elegantissimi: lei bella e rampante come un cavallo senza sella, in un vestito di tulle, un diadema di calle, lo scialle di pelle e la faccia di tolla. Lui con un vestito gessato e una benda sul braccio. Anche la benda era gessata perchè si è spezzato l'avambraccio lottando con un caimano. Non è che abitualmente lotti coi caimani, non stiamo parlando di Mr. Crocodile Dundee, ma lei aveva voluto approntare un laghetto nel giardino di casa come nei film americani, solo che al negozio d'animali i cigni erano finiti ed erano rimasti i caimani.
E tant'è, ha preso quelli, poi ha messo loro delle piume sulle zampe e li ha buttati nel laghetto.
Quando hanno cercato di divorare il cane lui si è slanciato per salvarlo, infortunandosi nella collutazione che ne è seguita.
Comunque il cane l'ha cavato dalle fauci predatorie con le mani nude, senza nemmeno un graffio ai caimani, che sennò se li rovinava il negozio mica se li riprendeva indietro.
Purtroppo tale premura è stata inutile perchè, mentre eravamo tutti assenti per la cerimonia, i caimani si sono alzati in volo e sono migrati nei paesi caldi.

Sia come sia, gli sposi erano bellissimi e dopo la chiesa ci siamo spostati per il pranzo di nozze alla Basilica di Superga, quella a forma di scarpa da ginnastica.
Abbiamo fatto l'aperitivo in chiostro - tutto bello e buono, ma macchiava le dita - poi il pranzo nel refettorio dei preti. Si è mangiato pane di segala raffermo e acqua piovana e poi brindato allungandola con un po' di sidro di mele leggero.
Molto buono il pane, davvero, ma io l'avrei fatto raffermare ancora un po'.
A me e alla sposa ha ricordato i tempi del carcere e abbiamo pianto insieme di nostalgia e di gioia, poi abbiamo riso e gliel'ho lanciato addosso con tante congratulazioni e auguri di vivere per sempre felici e contenti.

Vorrei davvero che il mio matrimonio potesse essere bello come il loro.
Però senza i caimani perchè sono allergico alle piume di cigno.

Nota: nessun cigno, caimano o cane è stato ferito durante la stesura di questo racconto.

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