venerdì 13 novembre 2009

Colpo d'igeneo


In un impeto d'incoscienza ho invitato i miei genitori a pranzo.
Incoscienza non perchè sia scontento di averli ospiti, ma perchè casa mia, nelle sue attuali condizioni, è inadatta ad ospitare chicchessia.
Ma l'invito, spiccato sabato, era per ieri e quindi - ho pensato - avrò tutto il tempo per pulire.
E infatti l'appartamento ieri era ancora un porcilodromo.
Così, dacché sarò obbligato a passare la mattinata tra stracci e detersivi, mi alzo prestissimo, con le galline.
Nel letto.
Quelle maledette mi beccavano i piedi.

Non so da dove fossero arrivate, fino al giorno prima non c'erano, dovevano averle fatte entrare i maiali.

La buona notizia è che i maiali erano spariti, evidentemente divorati dalle galline.
Non ho trovato altre spiegazioni.
La lotta per la vita prende strani connotati, a volte.
Comunque sia, la mancanza dei suini mi semplifica notevolmente il lavoro.
Mi libero in fretta delle galline lanciandole dal balcone e verifico la teoria per cui non tutto ciò che ha le ali sa volare.
Beh, in effetti le difficoltà maggiori le hanno nell'atterraggio, ma il risultato è identico.
Ora che non ci sono più animali da fattoria per casa posso finalmente dedicarmi alla lotta contro i nemici nascosti dell'igiene.
Vinceranno loro, diciamolo subito per non creare false illusioni.
Non esiste niente che si avvicini lontanamente a quei prodotti miracolosi che vediamo in pubblicità.
Solo una cosa potrebbe togliere la polvere, sgrassarmi i piatti, scrostarmi i pavimenti, sterilizzarmi i panni e smerigliarmi i sanitari nel giro di un'ora e mezza, ma la bomba atomica non so proprio dove andarla a pescare, quindi dovrò cavarmela con le mie forze.

Sudo come uno sciamannato, passando l'aspirapolvere per tutta la casa, anche nei luoghi più bui, oscuri ed irraggiungibili.
Faccio una fatica inimmaginabile.
Poi mi ricordo di attaccare la spina.
Questa volta i luoghi più bui, oscuri ed irraggiungibili possono andare a farsi fottere, perchè non ho intenzione di disidratarmi per pulire dove nemmeno si vede se è pulito.
Colto da illuminazione divina spingo tutta la sporcizia nei suddetti luoghi bui, tanto chi ci va a guardare?

Mentre sono in pieno delirio di onnipotenza igienica squilla il telefono.
Spengo la Marcia Trionfale e vado a rispondere.
E' il mio amico Lucrezio, che ha bisogno di un favore.
Tremo solo all'idea.
L'ultima volta che mi ha chiesto un favore si trattava di recitare in un film gay da mandare al festival del cinema omosessuale.
La storia era anche carina, ma il tutto doveva terminare con una specie di slinguata generale che non incontrava del tutto i miei gusti.
Invece questa volta è un favore un po' più gradevole.
Ha conosciuto due ragazze svizzere (bellissime a quanto dice lui, ma dato che gli piacciono gli uomini non so se fidarmi del suo giudizio..) che vogliono andare a Superga. Avrebbero, però, bisogno di una guida, o, quanto meno, di un libricino che spieghi qualcosa sulla Basilica.
Dato che la guida, per ovvie ragioni, non ho proprio il tempo di farla, gli vengo in aiuto con il libricino. Bla bla bla, sì ne ho uno, bla bla bla, no se lo vuoi te lo vieni a prendere io non posso uscire di casa, bla bla bla, no non insistere la scena del bacio non la faccio, bla bla bla, com'è come non è, restiamo che le due dee (?) passano a prendere il maledetto libricino.
Sono circa le 12, loro arriveranno per le 12.30.

Torno alle mie pulizie, con il libricino pronto all'ingresso per non perdere secondi preziosi di spazzolamento pavimenti.
Non è un caso se degli svizzeri si dice che sono la puntualità fatta persona.
No, non è affatto un caso.
E' una bugia colossale.
Le due svizzere non sono mai arrivate.

Ora, a ripensarci, mi viene un po' lo scrupolo di informarmi se siano finite sotto un tram o chissà cos'altro.
Forse si sono tuffate in una cioccolateria, o magari sono tuttora imbambolate di fronte ad una banca...chi può dirlo, si sa che gli svizzeri sono strani.

Comunque per me è tutto tempo guadagnato.
Lavora, lavora, suda, suda, pulisci, pulisci, spazza, spazza, lava, lava, riordina, riordina, dagli, dagli, dagli, finalmente ho finito.
Un bagno.
Peccato che ormai sia l'una: i miei sono già in garage che parcheggiano.
Non c'è più nulla da fare, fra pochi secondi saranno qui e la casa è sporca quasi quanto prima.
Gli angoli bui persino di più.

C'è solo una soluzione: apro il rubinetto del gas, accendo un fiammifero e faccio saltare in aria tutto il quarto piano. Un po' drastico, forse, ma secondo i miei calcoli il crollo del quinto, sesto e settimo piano dovrebbe nascondere la sporcizia, o, quantomeno, rallentare la marcia dei miei genitori e darmi il tempo di rifare i letti.
Purtroppo il fallimento è la mia vita ed il piano non riesce: l'esplosione scaraventa la facciata del palazzo su quello di fronte, il contraccolpo fa sì che le colonne portanti dell'edificio collassino e i suoi sei piani si chiudono l'uno sull'altro come una gigantesca fisarmonica.
Intanto i tre piani superiori al mio decollano nel cielo come sparati da un vulcano e si schiantano sulla scuola 30 metri più in là.
Dappertutto gente che corre ed allarmi che suonano, i palazzi nei dintorni continuano a crollare uno dopo l'altro, come il domino più grande del mondo.
Bin Laden mi invidierebbe.
Osservo con un misto di orgoglio e di orrore il disastro che ho generato.
Le tubature dell'acqua esplodono sotto il peso delle macerie e fontane alte 50 metri inondano le strade.
Tempo 20 secondi e le condutture della luce fanno corto circuito, eruttando in esplosioni e fiammate che il Kuwait in confronto era una candelina su una torta.
Ho completamente raso al suolo il mio quartiere; a perdita d'occhio solo fuoco, distruzione e maiali in fuga.

Ma io sono incolume.
Purtroppo anche il mio appartamento.
Gli manca il tetto, certo, ma almeno così ho fatto prendere aria alle stanze. A sentire mia madre è l'unica cosa buona che ho fatto, perchè il resto è sporco che fa schifo...

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