martedì 22 giugno 2010

Lettera dal fronte


Infine il Maestro Vibuti è partito per il progetto di volontariato in Polonia sul quale cui vi ho già approfonditamente edotti e noi tutti ne sentiamo gran mancanza.
Approfitto quindi del mezzo tecnologico per mandargli un'affettuosa lettera.


Buongiorno, Maestro Vibuti!
Che ora sarà lì? Ti sarai svegliato? Starai dormendo? Mangiando? Digiunando come di tuo solito, per sentirti più vicino ai problemi della popolazione indiana che ti diede il nome che porti?
Non lo so, io comunque sono in ufficio e fra una mezz'ora vado a pranzo a ingozzarmi come un maiale del Kansas, per sentirmi più vicino ai problemi della popolazione dei maiali del Kansas.

Conto i giorni dalla tua partenza e i giorni che mancano al tuo ritorno.

Su quelli dalla tua partenza mi sono perso dopo il secondo, troppo è il dolore di averti lontano. Su quelli che mancano al tuo ritorno ho rinunciato quando mi sono reso conto di non aver capito quanto starai lì. Se ben ricordo sei mesi (che è un po' un classico, per l'Erasmus) con possibilità di prolungare a nove o dodici.

Bravo Maestro, vedrai che un anno in Polonia in curriculum farà la sua porca figura quando farai richiesta al Ministero per diventare console. Fidati: di console io me nintendo.

Ieri ho visto tua madre.
Le ho portato la tua lettera dal fronte: l'ha letta piangendo e poi si è disperata imprecando contro il destino che le ha sottratto un figlio per così lungo tempo. La guerra è proprio una sporca cosa.
Forse non sporca come gli indiani, ma comunque sporca.

Un abbraccio da tutti i tuoi amici.

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