venerdì 4 giugno 2010

Storie di fratelli e di pennelli


Mio fratello Mandino è esperto di cinema e infatti ha scritto diverse validissime sceneggiature per film di nullo successo.
Poichè noi blogger siamo un po' la grancassa della cultura e lui è chiaramente un intellettuale meritevole, ho deciso di regalargli il mio spazio odierno per pubblicare una sua opera degnissima, ma purtroppo sconosciuta ai più, ai meno, ai per e anche ai diviso.

Questa che segue è la sceneggiatura originale del film Storie di fratelli e di pennelli, che però non è mai stato girato perchè la sceneggiatura è stata scippata con l'inganno e ribaldamente rimaneggiata da Tim Burton che ne ha tratto Edward mani di forbice.
Gran figlio di cagna, balleremo sulla tua tomba!

Storie di fratelli e di pennelli
Lorna fa la disegnatrice. Ad un colloquio di lavoro un editore le propone la pubblicazione di un libro in cambio di favori sessuali. Sulle prime la ragazza rifiuta, ma poi acconsente. Tanto dolce ma tanto vacca. Il libro esce ed ha successo. Il fidanzato di Lorna, Aloisio, scopre il tradimento e con la complicità del fratello, esperto d’arti marziali implicato nel mercato della prostitute dell’est, cerca di demolire a calci e pugni la casa editrice. Non ci riesce ma si spezza tutte le falangi. Ricoverato d’urgenza, un medico pazzo gli innesta sui polsi delle forcine per capelli. Lorna va a trovarlo ma lui ha perso la memoria cadendo da una lettiga e non la riconosce. Inoltre ha ormai un nuovo amore, Giangi, l’infermiere gay che l’ha accudito. Aloisio inventa per lui fantasiose pettinature, ma lui è quasi calvo. La storia naufraga. A spasso per la città Aloisio vede il libro di Lorna e ricorda tutto. Col fratello va alla casa editrice e la abbatte con una ruspa. Poi cerca Lorna per avere spiegazioni, ma a casa di lei non trova che il suo diario. C’è scritto che è entrata in convento spinta dai sensi di colpa. Quando la ritrova lei sta per uccidersi perché si vergogna della sua bassa morale, ma Aloisio le rivela che l’editore era un gay e che l’aveva ipnotizzata facendole credere di avere fatto sesso insieme solo per mascherare la sua omosessualità con i colleghi. Queste cose le ha sapute dall’infermiere Giangi, che aveva avuto una breve storia anche con l’editore. Lorna capisce dunque di essere ancora pura e capisce anche che se le hanno pubblicato il libro è solo perché è brava. In tutta fretta prende i suoi folli progetti dal cassetto delle idee e corre alla casa editrice. Che però ormai è solo un cumulo di macerie. Davanti ad un tale spettacolo di devastazione capisce che l’amore è più importante di ogni altra cosa. Corre da Aloisio. Lui la accoglie a forcine aperte. Insieme inventano fantasiose pettinature.

9 commenti:

  1. assurdo che tim burton abbia avuto il coraggio di cambiare una così bella storia.

    p.s.
    nonostante io sia una sostenitrice non riesco a commentare firmandomi uf

    RispondiElimina
  2. E' quel che dico anch'io, ma se non l'avesse stravolta il plagio, anzi, il FURTO, sarebbe stato troppo evidente.

    Io invece mi firmo, ma con un nome falso per non farmi riconoscere.

    Amelia

    RispondiElimina
  3. ma non c'era una storia anche su un tipo che aveva i capelli talmente affilati che li usava come arma? chissà se è già arrivata alle orecchie di quel porco di tim

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. E' vero! Era la storia di un killer a pagamento con i capelli così taglienti da affettare perfino gli ananas, tipo i coltelli della miracle blade. Lui pedinava le vittime, le superava, si appostava dietro un angolo e quando arrivavano svoltava l'angolo scuotendo selvaggiamente la chioma verso di loro e affettandoli come salami. Però poi alla fine moriva perchè uno gli lanciava del chewing gum in testa e lui si tagliava i polsi cercando di toglierselo. Una bella storia...triste...non l'ho mai scritta...

    RispondiElimina
  6. Per poter postare il commento precedente ho dovuto dimostrare di saper scrivere la parola "purippe".

    RispondiElimina
  7. E per postare il commento su purippe ho dovuto scrivere prolipte.

    RispondiElimina
  8. Ora "ingeq". Ecco, le parole belle sono finite.

    RispondiElimina