mercoledì 30 settembre 2009

Anitra all'arancida


Negli ultimi giorni ben due persone che conosco hanno rischiato la vita per un'incauto utilizzo dell'Anitra WC.
So che con questo rischierò la denuncia da parte di...de...beh...dell'anitra...ma proprio non posso esimermi dal raccontare queste due tragiche storie e mettervi in guardia, giacchè è proprio brutto morire con la testa nel cesso.

Prima storia
E' un tranquillo pomeriggio d'autunno e Pulizio si appresta a scrostare il water dal calcare. Indossati dei protettivi guanti d'amianto per mantenere la pelle morbida e intonsa, si tuffa nella tazza come un biscotto nel latte.
Ma il pericolo...

...E' IN AGGUATO!

Improvvisamente, spruzza l'Anitra WC sulle pareti del water!
Inaspettatamente, ci spruzza anche l'ammoniaca!
La reazione chimica sprigiona immantinente una nuvola di morte, simile a quella del famoso incidente di Chernobyl ma con più carta igienica.
Per fortuna, Pulizio è un giovane nel pieno delle sue forze, ha i nervi saldi e i riflessi di un serpente. Si acciambella intorno alla canna del cesso e la stritola tra le sue spire, quindi ingoia tutto il water e in un unico colpo di epiglottide manda giù la puzzolente miscela che, se respirata, l'avrebbe condotto a morte certa e forse gli avrebbe anche incendiato le nari.
Dopo cinque soli giorni di digestione, Pulizio pitona fuori dal bagno, conscio di aver sconfitto le leggi della chimica.
Ancora una volta, la natura ha trionfato sulla scienza.

Seconda storia
E' un tranquillo pomeriggio d'autunno quando Improvvida si appresta a scrostare il water dal calcare.
Non sa che questa semplice operazione rischierà di causarne...

...LA MORTE!

Dopo aver inumidito le pareti del water con l'Anitra WC, vi getta dentro un barile di ammoniaca esausta. Immediatamente dopo questa operazione corre verso il lavandino, incautamente, perchè ha fretta di finire le pulizie.
Questa fretta potrebbe essere pagata a caro prezzo...
Tutta concentrata sul lavandino, Improvvida non si accorge che l'acqua del gabinetto sta ribollendo e diffondendo nel bagno i suoi gas tossici, inodori ed incolori.
Prima di comprendere il pericolo che corre, ella comincia a sentire la testa pesante e una greve sonnolenza cala sulle sue palpebre.

Se si addormenterà, per lei sarà la fine...

Fortunatamente, l'istinto di sopravvivenza ha la meglio: con uno sforzo per mantenersi ritta, Improvvida riesce a voltarsi appena in tempo per scorgere il water che si squaglia e buca il pavimento. I resti della tazza e del bidone di ammoniaca precipitano al piano di sotto, proprio sui fornelli accesi della signora Pina.
L'immediata esplosione brucia tutto l'ossigeno presente impedendo ai fumi tossici di diffondersi ulteriormente nell'aria, salvando così Improvvida e carbonizzando la signora Pina.

Anche questa volta, l'istinto naturale ha sconfitto la scienza.

Nota:
So che sono racconti crudi, ma a volte per salvare delle vite bisogna mettere da parte la delicatezza e puntare dritti allo stomaco.

1 commento:

  1. Mah... chi può essere a scrivere certe minchiate? :P30 settembre 2009 alle ore 20:11

    ...ma se l'ammoniaca era esausta non poteva dirlo chiaramente da subito ed evitare di fare tutto sto casino? le si trovava un sostituto (chessò... una scatoletta di tonno riomare qualità pinne gialle) e bon!

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